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Le risorse per il sistema di istruzione e le scelte del Governo

Turi: la stabilità degli istituti statali è la scommessa da vincere
Ecco come le misure di finanza pubblica agevolano il sistema delle scuole paritarie

Fondi alle scuole non statali: un trend in crescita
Entrano anche nel riparto dei fondi PON
Nella legge di Stabilità dello scorso anno, approvata con la fiducia, è stato deciso di impegnare parte dei fondi destinati ai Pon per destinarli alle scuole private, senza alcun dibattito parlamentare, con un emendamento governativo.
Una scelta del Governo Gentiloni che aumenta le possibilità finanziarie per gli istituti scolastici non statali.
Il 16 marzo scorso, il Sottosegretario Toccafondi, in merito al decreto di riparto dei fondi per le scuole paritarie appena firmato dal Ministro Fedeli, commentava positivamente la decisione che si aggiungeva a quelli già stanziati di circa 500 milioni di fondo ordinario, ai quali sono stati aggiunti 50 milioni in più per le scuole materne e 24,5 milioni per gli studenti disabili raddoppiando, così, il fondo dello scorso anno.
Uil: un modo di procedere che ci vede fortemente contrari
Siamo fortemente contrari a questo modo di procedere – replicava Il segretario generale della Uil Scuola. E’ un modo di fare che ripropone, ogni volta, un nuovo annuncio, induce conflitti anche ideologici e disegna la scuola come terreno di scontro politico. E di questo, il nostro sistema scolastico non ha alcun bisogno. Noi siamo convinti – dichiarava Turi – che con la propaganda si innestano scontri ideologici che non appartengono al nostro sistema di istruzione, né al metodo del nostro sindacato che e’ quello del negoziato e della verifica delle soluzioni praticabili.
L’insieme delle somme che il Governo sta progressivamente trasferendo dal bilancio dello stato, sottraendo risorse che dovrebbero essere destinate all’istruzione di tutti, per indirizzarle, in ogni possibile occasione alle scuole private, è un fatto che non può essere passato in silenzio, che contraddice la bontà di ricucire un dialogo con i lavoratori della scuola statale, la scuola laica, di tutti.L’appello alle istituzioni europee per verificare la coerenza delle misure prese dal Governo
“E’ singolare – affermava il segretario generale Pino Turi – che il Miur intervenga per cambiare gli accordi con la Commissione europea solo per consentire, aggirando anche la costituzione, un flusso di risorse alle scuole non statali che sembra siano anche contingentate. Ancora una volta, dobbiamo segnalare le scorciatoie politiche, che a nostro parere non fanno bene a chi le organizza, per favorire le scuole gestite dai privati, contro il parere degli italiani (l’85% secondo una recente indagine Demos) che si sono espressi chiaramente sulla contrarietà al finanziamento delle scuole private”.
Continueremo questa battaglia anche in ambito europeo, con l’aiuto degli altri sindacati, perché – afferma il leader della Uil scuola – si tratta di denaro pubblico derivante dalle tasse pagate dai cittadini e destinato alle scuole statali che sono le uniche a garantire la laicità dello Stato”.
Le sollecitazioni della Uil Scuola sono giunte a Bruxelles. E il CSEE (il Comitato sindacale Europeo per l’Educazione, è la regione europea dell’Internazionale dell’Educazione, l’organizzazione mondiale dei sindacati scuola. Rappresenta 131 sindacati in Europa, cioè più di 11 milioni di docenti di tutti i livelli dell’istruzione in 45 Paesi) ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio, Gentiloni e al ministro dell’Istruzione, Fedeli.
La lettera del CSEE: i fondi europei vanno destinati all’istruzione di tutti
No a scelte rivolte ad una ulteriore privatizzazione dell’istruzione
Il Piano Operativo concordato dal governo Italiano con la Commissione Europea, incluse le parti sociali – si legge nella lettera – impegna il Vostro governo a «perseguire la lotta per ridurre la dispersione scolastica ed aumentare la qualità dell’istruzione, occupandosi allo stesso tempo di salvaguardare la sicurezza, la qualità e l’efficienza energetica delle infrastrutture» grazie ai fondi pubblici europei provenienti dal Fondo Sociale Europeo (FSE) e del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FSER).

(…) « A questo fine, i finanziamenti aggiuntivi da fondi UE come il FSE e il FESR devono rispettare il diritto ad un’istruzione di qualità gratuita per tutti e, in nessun modo, tali finanziamenti dovrebbero portare ad un’ulteriore privatizzazione dell’istruzione, che il CSEE e tutti i suoi affiliati avversano con forza».
Riprendendo l’affermazione di Gentiloni in vista del 60^ anniversario dei Trattati di Roma : “ Ci dobbiamo concentrare su un’Europa sociale, poiché, se lasciamo indietro i più deboli, la gente non si fiderà più dell’Unione Europea” (…)
« il CSEE sostiene fermamente le organizzazioni italiane affiliate nella richiesta rivolta a voi di fare un passo indietro nella rinegoziazione di norme che potrebbero privilegiare istituzioni educative private già finanziate dalle famiglie e da altri privati. Le annunciate misure legislative possono potenzialmente incrementare la divisione tra studenti ricchi o più privilegiati e quelli più bisognosi o emarginati in Italia».
L’esortazione rivolta al Governo è dunque per un impegno ulteriore per garantire « come vi compete, l’accesso, la gratuità e l’alta qualità dell’istruzione pubblica per tutti e a coinvolgere le parti sociali settoriali nelle decisioni che riguardano l’istruzione a beneficio di tutti gli studenti italiani. Il CSEE confida nel fatto che svilupperete e implementerete ulteriori progetti nel quadro dei fondi strutturali europei in stretta collaborazione con le parti sociali settoriali e tenendo in considerazione le loro opinioni per assicurare l’efficacia dei risultati previsti».