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Scuola

Il punto della giornata di Pino Turi

Fermi tutti anzi no Mobilità è una delle parole più attuali. State fermi. Restare fermi è la frase più ripetuta in questi terribili giorni. E’ vietato per ogni cittadino – che non sia impegnato nel lavoro necessario alla vita degli altri, sanitario, alimentare, servizi di pubblica utilità come acqua ed elettricità – muoversi. E’ vietato, pena multe pecuniarie, e addirittura si configura come reato penale. Nella scuola, invece, proprio in questi giorni, siamo al divertissement burocratico. La rete vale più delle persone. Così si decide che niente va fermato e che si può gestire il futuro a Pase fermo. E’ per questo che, dai corridoi del Miur, si parte per andare alla ricerca della mobilità in un Pase fermo. Gli uffici amministrativi territoriali e quelli di singola scuola sono al minimo di personale, in attesa che sia superata l’emergenza sanitaria. Chiedere di attivare tutti questi lavoratori ora immobilizzati per una mobilità in un paese fermo è un paradosso. Non può passare inosservato. Saranno centinaia di migliaia di aspiranti alla mobilità. Ci chiediamo se sanno costretti ad infrangere la legge, nel caso in cui volessero confrontarsi con l’amministrazione, ovvero con un sindacato che li possa aiutare indirizzare consigliare e, in alcuni casi consolarli perché hanno un parente in ospedale. Bene noi siamo convinti che non ci può essere nulla che non sia rinviabile di fronte ai drammi che stiamo vivendo. A furia di parlare la neo-lingua-digitale, si sta perdendo il senso della realtà, consoliamoci che di reale restino degli interessi.

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