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TUTTOSCUOLA
Rinnovo contratto: al via negoziato all’Aran.
Sindacati ottimisti, ma c’è ancora tanto da fare
10 novembre 2017
Il 9 novembre scorso si è aperto all’Aran il tavolo di trattativa per il rinnovo del contratto del comparto
“Istruzione e Ricerca”. Alla presenza dei sindacati il presidente dell’Aran, Sergio Gasparrini, ha illustrato gli
obiettivi contenuti nel relativo Atto di indirizzo.
Tra i principali obiettivi c’è la valorizzazione degli aspetti specifici legati alla professionalità e la formazione
del personale. Sulla questione economica, invece, le leggi di Bilancio hanno già messo a disposizione le
risorse che servono per questo contratto. Un incremento medio di 85 euro mensili pro capite. Gli
incrementi devono servire ad aumentare le varie voci contributive e migliorare gli istituti contrattuali. Nella
legge di Bilancio sono già state stanziate le risorse necessarie a garantire, a chi già ne stava beneficiando, il
bonus fiscale di 80 euro.
Il segretario generale Flc Cgil, Francesco Sinopoli, ha sottolineato: «Abbiamo atteso molto per l’apertura di
questa trattativa. Il CCNL rappresenta uno strumento importante per realizzare gli obiettivi di queste
istituzioni, ci sono le condizioni per avviare una trattativa proficua, anche se all’interno dì un contesto
molto complesso, sia per le caratteristiche del comparto, sia perché la legge di bilancio ha cominciato solo
ora il suo iter».
Per la Flc Cgil c’è una profonda revisione normativa da fare. Il riferimento è in particolare alle leggi 150 e
107 che, a detta del sindacato, hanno ridotto gli spazi di democrazia, partecipazione e collegialità. La partita
salariale è fondamentale e su questa il sindacato di Sinopoli intende rivendicare risorse aggiuntive. Otto
anni di mancati rinnovi per la parte salariale e 10 per la parte normativa sono un’eternità. Per questo
chiede che gli 85 euro già stanziati vadano sul tabellare.
Un ultimo passaggio il Segretario lo ha fatto sul metodo di lavoro per la conduzione della trattativa,
chiedendo tavoli diversificati sui vari settori scuola, università, ricerca e Afam e uno parallelo sulla parte
comune, cosi da rendere la trattativa spedita. «Questo contratto deve prioritariamente servire a migliorare
le condizioni di lavoro – ha concluso Sinopoli -, riaprire spazi di democrazia e partecipazione, riaffermare la
collegialità del lavoro, attuare l’autonomia dei nostri settori, innalzare i livelli delle retribuzioni».
«Rinnovare dopo quasi dieci anni il contratto di lavoro – ha detto poi nel suo intervento a nome della Cisl
Scuola la segretaria nazionale, Ivana Barbacci – è un’opportunità che va colta nell’interesse delle lavoratrici
e dei lavoratori. Siamo pronti e determinati a lavorare perché si faccia non un contratto qualunque, ma un
buon contratto. Alcuni punti fermi ci sono, e sono quelli contenuti nell’accordo del 30 novembre che la Cisl
ha sottoscritto insieme alle altre sigle (Flc Cgil, Uil Scuola e Snals Confsal) con le quali si è avviato e
prosegue un percorso comune. Il contratto è lo strumento per renderli pienamente operanti”.
È scontato, per la Cisl Scuola, che rinnovare il CCNL non è condizione sufficiente per risolvere in un solo
colpo tutti i problemi che la categoria sta vivendo, a partire da quello di un riallineamento degli stipendi sui
valori europei che resta l’obiettivo su cui va messa in conto una prosecuzione anche in prospettiva delle
azioni necessarie per incalzare Governo e Parlamento, rivendicando adeguate politiche di investimento. È
tuttavia una condizione necessaria per muovere un primo importante passo in quella direzione.
«Abbiamo assistito, per anni, ad una interruzione della democrazia partecipativa di questo Paese – ha detto
quindi Pino Turi, segretario Uil Scuola – ora occorre riportare alla fisiologia le relazioni sindacali. Questo
rinnovo contrattuale arriva dopo molti anni di blocco, un tempo c’erano le piattaforme, oggi questo sistema
appare non adatto alle circostanze. Ciò che andremo a realizzare è un contratto che riconosca le specificità
della scuola. Siamo contrari ad un contratto che si basi su una logica impiegatizia. Ci dobbiamo sforzare di
fare un contratto che sia cucito sulla specificità della scuola. Deve essere un contratto a burocrazia zero»,
ha detto Turi nel definire le linee di indirizzo che seguirà la Uil scuola:
•introdurre con il contratto i correttivi necessari per rimettere sui binari giusti gli elementi che la legge 107
ha fatto deragliare.
•Spostare l’asse delle decisioni dall’organo monocratico agli organi collegiali. Rispettare le prerogative degli
organi collegiali.
•Riportare fisiologicamente, al rango che le compete, quello costituzionale, la libertà di insegnamento, così
come previsto dalla legge.
•La piattaforma contrattuale di riferimento è quella dell’accordo del 30 novembre.
Lo Snals-Confsal ha invece espresso soddisfazione per la volontà di chiudere il contratto in tempi brevi, ma
ha anche sottolineato che la fretta non può, comunque, far perdere di vista i nodi che questo contratto
deve sciogliere:recupero del potere d’acquisto, in 10 anni ridotto di almeno il 15%; aumento della
retribuzione di base per tutti i lavoratori; riconoscimento dello scatto stipendiale del 2013; detassazione dei
compensi accessori; valorizzazione di tutte le professionalità che operano nel Comparto. Queste le richieste
di Elvira Serafini che ha dichiarato: «Vanno cercate risorse aggiuntive che compensino l’aumento del carico
di lavoro imposto a tutto il personale del Comparto, anche per far recuperare agli insegnanti dignità e
prestigio che la politica e la società devono loro riconoscere».
Serafini ha concluso: «Deve essere un contratto ‘di svolta’ che ponga fine anche alla conflittualità esistente
tra legge e contrattazione a tutela dei diritti dei lavoratori, compreso quello della partecipazione reale ai
processi di cambiamento. La Scuola, l’Afam, l’Università e la Ricerca non possono più attendere».
Dopo gli interventi di tutti le organizzazioni sindacali, il presidente dell‘Aran ha chiuso la riunione
rimandando ad una nuova convocazione del tavolo a stretto giro.
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