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Servizi per Lavoro:

sindacato, movimenti e lavoratori ritrovano l’unita’, si ricompattano e sottoscrivono una articolata piattaforma rivendicativa che inviano ai Governi Nazionale e Regionale. La questione principale contenuta nella piattaforma prende spunto dal principio posto alla base della normativa nazionale e regionale in materia di politiche attive del lavoro. Il ragionamento è il seguente. L’amministrazione regionale per dare una risposta ai circa 300.000 nuclei familiari che hanno fatto istanza per ottenere il RDC  (oramai il moltiplicatore dei 100.000 nuclei che fruivano dei REI è 3)  deve necessariamente reclutare personale esperto e che la stessa Regione ha già retribuito per svolgere le politiche attive in Sicilia. È dunque doveroso da parte della pubblica amministrazione, pur nel rispetto del diritto di tutti a partecipare a bandi e/o concorsi, assicurare agli uffici personale in grado di perseguire gli obiettivi del servizio pubblico perché portatori di esperienze e di conoscenze non solo  delle politiche attive ma anche del funzionamento e dell’organizzazione della amministrazione centrale e periferica del lavoro nonché’ del Mercato del lavoro in Sicilia. Riconoscere questo bagaglio tecnico è giusto, come hanno fatto altre regioni nell’ambito degli accordi raggiunti in sede di Conferenza Stato-Regioni, e lo illustreremo a chi deve assumere le decisioni ovvero alla politica e alle istituzioni che devono operare una scelta ragionata e consapevole.

La Piattaforma rilancia la centralità delle famiglie più bisognose e a rischio di marginalità’ sociale proponendo un sistema organizzato e permanente ampiamente diffuso nel territorio della Regione Sicilia. Sollecita dunque la Regione a munirsi di un progetto per i servizi per il lavoro ed elaborare una offerta per i beneficiari del RDC e di chi ha perso il lavoro che qualifichi l’azione di governo.

La  piattaforma suggerisce una offerta che sopperisce alla mancata progettualità  della regione e indica lo strumento, ovvero, una convenzione a livello regionale tra il Dipartimento Lavoro e gli organismi accreditati riguardante la possibilità’ di aiutare i piccoli comuni a redigere progetti di pubblica utilità’ impiegando i fruitori del RDC sul territorio, di eseguire il Patto per la Formazione oltre alla possibilità’ di stipulare i Contratti di ricollocazione.

Evidentemente tutto cio’ ha un costo aggiuntivo perché è velleitario ritenere che il rafforzamento delle competenze, assolutamente necessario per gran parte della platea considerati i titoli di studio posseduti, possa avvenire utilizzando gli interventi formativi ordinariamente finanziati con il FSE. Servono strumenti più elastici immediatamente utilizzabili se dal bilancio delle competenze dovesse emerge la necessità di rafforzarne alcune e/o tutte.

La UIL Scuola ritiene che la ritrovata unita’ sindacale,  a prescindere dal raggiungimento totale o parziale dell’obiettivo comune, costituisce un valore indiscutibile perché , chi è preposto a operare scelte, non potrà’ più contare sulla divisione dei lavoratori.

La richiesta inoltrata ai Governi Nazionale e Regionale è chiara e la richiesta d’incontro ha il fine di conoscere la scelta più idonea per la risoluzione della vertenza dei lavoratori degli ex sportelli e del settore della formazione.

Iniziative per il personale iscritto all’albo della Formazione trasversali ai due Assessorati:

Le iniziative trasversali ai due Assessorati non sono meno importanti.  La condivisione ad esempio di una misura destinata alla fuoriuscita dall’albo per gli operatori con una età prossima alla pensione. Sono circa 1100 , secondo un nostro studio, gli operatori con una eta’ compresa tra i 60 e i 70 anni che  potrebbero chiedere di fuoriuscire  dal settore. Se i governi quantificassero le risorse da destinare alla misura di fuoriuscita saremmo nelle condizioni di sviluppare conteggi utili in tempo reale.

La ricollocazione infine nell’ambito di agenda digitale dei lavoratori iscritti all’Albo, già oggetto di apposita convenzione tra Regione e Anpal produrrebbe un ricaduta occupazionale non indifferente fonti governative apprezzano che circa 500 operatori potrebbero trovare lavoro. Erano temi e indicazioni già riportati nei documenti sindacali di qualche anno fa e fa piacere che l’attuale governo li voglia  attuare.

Interventi formativi:

Per gli operatori impegnati negli interventi formativi con contratti a termine è essenziale la loro trasformazione da tempo determinato a indeterminato.Come? Considerata i tempi di realizzazione degli interventi formativi e l’intervallo di tempo che intercorre tra tra un avviso e l’altro, si propone di fare ricorso ad un contratto part time verticale ciclico  a tempo indeterminato. Le maggiori associazioni datoriali si sono già dichiarate disponibili alla trasformazione dei contratti in essere o a stipularli in caso di nuove assunzioni.  L’unico ostacolo è rappresentato dal fatto che INPS, al momento, non riconosce ai fini previdenziali i periodi non lavorati per questa  tipologia contrattuale.  A questo proposito è pronta una lettera per il Ministro del Lavoro affinché intervenga a modificare la posizione dell’istituto, soccombente i tutti i giudizi a giudicare del consolidato orientamento  della Suprema Corte di Cassazione che in materia a più volte condannato l’INPS, a riconoscere i periodi non lavorati.  La trasformazione dei contratti in  essere  da t.d. a tempo indeterminato con la tipologia contrattuale del part-time verticale ciclico porterebbe più serenità e stabilità nei rapporti di lavoro negli enti di formazione.

La Uil Scuola è fiduciosa che la ritrovata unita’ possa sortire effetti positivi per i lavoratori. La  pressione sui Governi non mancherà’ come non mancherà il contributo tecnico e di conoscenza per la risoluzione delle questioni sollevate e inserite nella piattaforma rivendicativa.